Il Segreto dell'Abbazia Maledetta
No, non è il titolo del mio prossimo romanzo.
CONSIGLI DI LETTURA
E no, non parlerò di codici perduti, pergamene esoteriche o mappe da decifrare alla luce tremolante di una candela medievale.
O meglio: non solo.
Voglio parlare di una trappola. Narrativa. Editoriale. Commerciale.
Una trappola che colpisce soprattutto chi, come me, ama i thriller.
QUELLI VERI!
Cos’è davvero un thriller storico?
Partiamo da una verità semplice: non basta un documento antico, un monastero in rovina e un protagonista in tonaca o in giacca di tweed per scrivere un thriller storico.
Un thriller, anche se ambientato nel 1297 o nel 1942, deve tenere il lettore sul filo del rasoio. Ma soprattutto deve contenere:
Una posta in gioco reale: se il protagonista fallisce, succede qualcosa di grave. Per lui o per il mondo.
Un nemico degno di questo nome: e non parlo di un avversario ideologico o generico. Parlo di qualcuno in grado di colpire, manipolare, uccidere, ingannare. Magari travestito da amico.
Un colpo di scena: anzi, più di uno. E non quelli che si vedono arrivare da pagina 10.
Un protagonista che cambia, che viene messo in crisi, che affronta dilemmi. Che rischia, che sbaglia. Che suda.
Il rischio del travestimento
Troppi romanzi oggi si travestono da “grandi thriller storici” solo perché c’è un enigma del passato e una data in apertura.
Ma attenzione: non tutto ciò che è storico e misterioso è automaticamente un thriller.
Spesso si tratta di:
Romanzi storici avventurosi, molto ben scritti, pieni di fascino d’epoca… ma senza vera tensione.
Cacce al tesoro eleganti, dove il pericolo è allegorico, fittizio, e tutto scorre verso un finale inevitabile.
Libri strutturalmente piatti, in cui il protagonista non affronta mai un vero ostacolo. Dove nessuno tradisce, nessuno mente, nessuno cambia.
In altre parole: narrativa solida, ma senza il cuore oscuro e vibrante del thriller.
Il vero “peccato” non è nella trama, ma nella promessa infranta
Quando in copertina leggo “Un grande thriller storico” , io mi preparo al viaggio. Non so voi...
Mi aspetto tensione, sorprese, rischi. Qualcosa che mi tenga sveglio la notte, non che mi accompagni dolcemente al sonno.
E se trovo solo pagine ben scritte ma senza anima thriller, il senso di frustrazione è inevitabile. Perché è una promessa tradita, e come ogni tradimento, lascia il segno.
Perché lo dico?
Perché scrivere thriller storici autentici è una sfida enorme.
Richiede:
Una struttura solida come un ponte sospeso.
Una documentazione storica profonda.
E soprattutto: una tensione narrativa che non molla mai la presa.
Se chi scrive non lo fa, va bene lo stesso. Ma allora che lo dica.
Non chiamiamolo thriller.
Chiamiamolo per quello che è: un romanzo storico con mistero. E va benissimo così.
Ma non confondiamo i generi.
E non inganniamo i lettori.
Il vero MacGuffin?
In fondo, lo diceva Hitchcock: il MacGuffin è solo una scusa per raccontare una storia.
Ma almeno che sia una storia che pulsa, che morde, che esplode.
Perché se anche il MacGuffin è finto… e la tensione non arriva… allora ci resta solo una bella ambientazione.
E un grande bluff.



