Giallo, Thriller, Noir
sai cosa li differenzia?
DIETRO LA SCRITTURA


Giallo, Thriller, Noir: tre generi, tre mondi.
C’è ancora troppa confusione.
In libreria e perfino tra i lettori più appassionati, capita spesso di trovare gialli chiamati thriller, noir spacciati per gialli, e thriller infilati nella sezione noir.
Eppure la differenza c’è, ed è netta.
Ogni genere ha una domanda chiave che lo guida, un patto preciso con il lettore.
Il giallo: chi è stato?
La domanda madre del giallo è semplice e universale: Chi è il colpevole?
Il giallo è un enigma da risolvere. Il lettore cammina insieme all’investigatore, raccoglie indizi, si perde in false piste, prova ad arrivare alla soluzione prima della rivelazione finale.
Che sia Agatha Christie, Conan Doyle o Simenon, il giallo è un gioco di logica e di osservazione. Qui il motore è la scoperta, non la paura né l’adrenalina.
Il giallo promette chiarezza: il colpevole verrà smascherato e l’ordine ristabilito.
Il thriller: ci riuscirà?
Il thriller non si accontenta di un mistero da sciogliere.
Qui il lettore di solito sa già chi è il nemico, o lo scopre molto presto. La domanda diventa: riuscirà il protagonista a fermarlo?
La tensione è continua, la posta in gioco è alta. Se l’eroe fallisce, qualcosa di grave accade: non solo a lui, ma al mondo intorno.
In più, il thriller si porta dietro un altro interrogativo: perché lo fa?
Capire la mente del nemico non è un dettaglio, è parte della sfida.
Il giallo è un puzzle.
Il thriller è una miccia accesa.
Ed è in questo territorio che si colloca Codice Stradivari: non un enigma da salotto, ma una corsa con il fiato corto, dove il passato diventa la leva che muove un pericolo presente.
Il noir: quanto gli costerà?
Il noir è un’altra cosa ancora.
Non promette giustizia, non ristabilisce l’ordine. Anzi: ti mostra che l’ordine non c’è mai stato.
La domanda che guida il noir è spietata: che prezzo pagherà il protagonista?
Non importa se indossa una stella di latta, una cravatta stropicciata o una pistola nascosta sotto il cappotto: il noir racconta la discesa, non la vittoria.
Qui il mondo è corrotto, i confini tra bene e male si confondono, e alla fine non resta che una caduta: morale, fisica o esistenziale.
Dal Chandler dei detective disillusi a Ellroy con i suoi poliziotti marci, il noir è l’ombra che divora, non la luce che chiarisce.
Tre domande, tre promesse
Giallo → Chi è stato?
Thriller → Ci riuscirà?
Noir → Quanto gli costerà?
Tre generi, tre promesse diverse.
E quando un autore le confonde, o quando un editore etichetta a caso, il lettore resta deluso. Perché la delusione nasce sempre da una promessa tradita.
Capire la differenza non è un esercizio accademico: è il modo più semplice per sapere cosa stai leggendo, cosa stai scrivendo e soprattutto cosa stai promettendo a chi ti segue pagina dopo pagina.