🐾 Totò, compagno di carne e carta
Non l’ho inventato. L’ho incontrato. E da allora non scrivo più senza di lui.
DIETRO LA SCRITTURA
Ci sono personaggi che si costruiscono a tavolino.
Poi ci sono quelli che ti entrano nella vita a quattro zampe, con gli occhi languidi, il passato pesante, e un cuore che ti sceglie prima ancora che tu abbia deciso.
Totò non l’ho inventato. Totò è il mio cane.
Uno Staffordshire Bull Terrier, uno di quei cani che la gente guarda con sospetto e che invece sono tra le creature più leali, affettuose e determinate che tu possa mai incontrare.
L’ho salvato sei anni fa da un canile a Volla, vicino Napoli.
Era stato abbandonato. Aveva due anni. Nessuno lo voleva.
Io sì.
Non è solo un cane. È il mio specchio
Da allora Totò vive per me. Mi segue ovunque. Mi difende. Con tutta la potenza, la fierezza e l’amore che ha.
Chi non ha mai conosciuto un vero Staffy non può capire cosa voglia dire avere accanto una creatura che, senza fiatare, si piazza tra te e il mondo e gli ringhia in faccia: “se vuoi passare, devi passare su di me”.
Non è un cane da salotto.
È presenza. Confine. Complicità silenziosa.
Perché Damato non poteva esistere senza di lui
Quando ho creato Jacques Damato, sapevo una cosa: non poteva essere solo.
E non poteva avere accanto un’ombra qualsiasi.
Doveva avere Totò. Il mio Totò.
Non come ispirazione. Come estensione.
Perché Damato è me quando tengo tutto dentro.
E Totò è lui quando il mondo fuori va stretto.
Ecco perché sono inseparabili.
Perché lo sono anche nella vita vera.
Una fedeltà che non si scrive: si vive
Totò non è un personaggio da romanzo.
È il motivo per cui riesco a scriverli.
È il primo a sentire quando qualcosa non va.
È quello che mi guarda scrivere in silenzio per ore, senza giudicare.
È quello che si alza di scatto se qualcuno bussa troppo forte alla porta.
Totò non vuole applausi. Vuole esserci.
E ci sarà sempre.
Se ami Totò, stai già leggendo me
Chi ha letto Codice Stradivari e si è affezionato a Totò, magari senza sapere chi fosse davvero…
ha già toccato una parte vera di me.
E sì, continuerà a tornare in ogni mio romanzo.
Perché in ogni storia che scrivo, Totò c’è.
E finché ci sarà lui — accanto, davanti, o dietro di me — io continuerò a scrivere.
Totò non è finzione. È fedeltà viva. È realtà che ha conquistato la carta.
Guarda il tuo cane con occhi diversi, se ne hai uno. Perché magari anche lui sta già proteggendo una parte della tua storia.

